Il fido elastico delle tue mutande

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SINOSSI

Sessantaquattro pagine di poesie per raccontare l’amore in tutta la sua forza, la sua passione, la sua intensità e la sua (a volte involontaria) ironia.

PREFAZIONE (di Milo Manara)

Le poesie non sono merletti

 Paul Giamatti è un ottimo attore americano che spesso interpreta il ruolo di un uomo capace di passioni divoranti e di ardente amore per le donne alle quali, sventuratamente, riesce a ispirare solo tenerezza e protezione materna. Le bellissime donne di cui si innamora vedono in lui solo un buon amico, un divertente compagno di viaggio, magari anche una spalla su cui piangere, un comprensivo confidente delle loro pene d’amore, ma mai, in nessun caso, potrebbero considerarlo un amante appassionato, un’avventura erotica da perdere la testa, in grado di travolgerle in un abisso di lussuria.

Bene: Francesco Verni assomiglia moltissimo a Paul Giamatti. Fisicamente, intendo.

Gli assomiglia talmente che mi è difficile non travasare su di lui, Francesco, le caratteristiche di Paul.

È una cosa sciocca, lo so benissimo. Del resto, non conosco abbastanza le peripezie sentimentali di Francesco Verni da giustificare questo pregiudizio.

Dalle poesie di Francesco emergono senza dubbio la sua passionalità e l’ardente amore per le donne.

È amore furioso, divorante.

Mi pare di avvertire anche un brontolio sotterraneo, una specie di rancore ribollente, magmatico, che emerge di tanto in tanto in superficie infiammando le parole. Sarà forse l’urlo di Giamatti?

Del resto, non sono sicuro che le mutande femminili abbiano ancora l’elastico. Credo piuttosto che siano interamente composte da un tessuto elasticizzato, da una trama merlettata impalpabile.

Ma le poesie di Francesco Verni non sono merletti. Sono proprio degli elastici, duri e crudeli, di quelli che lasciano un solco arrossato sui morbidi fianchi delle donne.

 Milo Manara